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Biografia

Roberto Vanadia

Roberto Vanadia, nasce ad Agrigento, dove vive e lavora.

Artista poliedrico, riesce ad incanalare la sua espressività verso la realizzazione plastica di ambienti, oggetti e personaggi rappresentativi della tradizione popolare siciliana.
Le sue miniaturizzazioni dei luoghi del lavoro contadino e delle attività artigianali tipiche della Sicilia pre-industriale sono il frutto di studi, accurate ricerche, ripetuti sopralluoghi, osservazioni analitiche che rivelano la mentalità scientifica dell’etnografo.
Nel 1996 inizia il rapporto di collaborazione con il Centro Internazionale di Etnostoria di Palermo e l’Istituto di Scienze Antropologiche dell’Ateneo palermitano e su incarico del Prof Aurelio Rigoli, fondatore della cattedra di Etnostoria, espone nell’ambito della mostra Etnostoria di Sicilia alcune delle sue più espressive opere.
Il valore evocativo e documentario del “fare artistico” di Roberto Vanadia motiva il Centro Internazionale di Etnostoria a presentare i suoi plastici documenti etnostorici in prestigiosi contesti espositivi quali la mostra “Giovanni Verga, una biblioteca da ascoltare” promossa dal Ministero per i Beni Culturali, svoltasi a Roma in occasione delle settimana dei Beni Culturali dell’anno 1999.
Dallo stesso anno il Centro Internazionale di Etnostoria di Palermo, in collaborazione col l’Istituto di Scienze Antropologiche, coordina i progetti espositivi delle opere di Roberto Vanadia curandone la direzione scientifica.
E’ di Annamaria Amitrano Savarese, docente di antropologia nell’Università di Palermo, il progetto espositivo antropologico “Gloria ‘nni l’altu Empireu, dalle edicole votive al presepe”, modulato sulle opere di Vanadia e realizzato ad Agrigento nel dicembre del 1999.
Dalla progettualità del Centro Internazionale di Etnostoria scaturisce una monumentale opera di Roberto Vanadia, articolata in sette scene, dedicata all’attività estrattiva dello zolfo in cui è “narrata” la triste vicenda umana degli zolfatai di Sicilia. Quest’opera è parte integrante del Museo Antropologico “Civica raccolta etnostorica “Zolfare e Zolfatai” del Comune di Montedoro.
Nel 2001 presenta in Assisi, nella stupenda cornice del presbiterio della Basilica Superiore di san Francesco, una grande installazione presepiale.
Senza sosta si susseguono le mostre e le sue presenze a grandi manifestazioni nazionali ed internazionali.
Nel 2005 è chiamato a rappresentare l’arte presepiale siciliana nell’ambito della Mostra “Il Presepe. La tradizione natalizia italiana” realizzatasi nel 2005 a Mosca, nel Museo della cattedrale del “Cristo Salvatore” e nel 2006, nel Museo Etnografico Russo di San Pietroburgo.
Le mostre realizzate a Mosca ed a San Pietroburgo, a Berlino ed a Wolfsburg, in contesti di elevatissima valenza culturale, sono state tappe fondamentali per successi di pubblico e critica e così la sua arte ha acquisito un respiro internazionale.
Nel 2007, a conferma dell’elevato valore scientifico delle sue realizzazioni, la Commissione Eredità Immateriali istituita presso l’Assessorato Regionale ai Beni Culturali, recependo la Convenzione UNESCO per la Salvaguardia del Patrimonio Culturale Immateriale, ha iscritto nel Registro delle Eredità Immateriali – Libro dei Saperi – Roberto Vanadia, quale unico detentore di particolari conoscenze e abilità necessarie e indispensabili per la produzione di plastici documenti etnografici da tutelare e salvaguardare come elementi essenziali dell’identità culturale siciliana.
Nel 2011 il Patriarcato della Chiesa Ortodossa Russa di Mosca richiede a Vanadia di rappresentare plasticamente il “Mistero dell’Incarnazione” nell’ambito della mostra della Mostra “Il Mistero della Natività” tenutasi a Mosca nel Museo della Cattedrale del Cristo Salvatore. Ne scaturisce un’opera concepita come una trasposizione tridimensionale e paesaggistica dell’Icona ortodossa russa offrendo una sintesi dei temi e dei significati del tempo di Natale riletti alla luce della storia della salvezza e del rapporto tra Dio e l’uomo.
Nel 2012 la stessa opera viene esposta a Brindisi.
Nel Natale dello stesso anno realizza una scena presepiale per la Chiesa Ortodossa Russa di Santa Caterina Martire in Roma, all’interno del parco di Villa Abamelek, sede dell’ambasciata russa in Italia.
Sempre nel 2012 ritorna nel Complesso monumentale di Santo Spirito con una sua opera presepiale che verrà esposta all’interno della Chiesa celebre per gli stucchi del Serpotta.
Lo splendido presepio scenografico “Presepe nel borgo” con minuziose riproduzioni di paesaggi agricoli e antichi mestieri della Sicilia dell’800, viene esposto ad Helsinki nell’ambito della grande mostra “In quei giorni ….. l’Arte e la Tradizione del Presepio in Italia” organizzata dall’Istituto Italiano di Cultura e l’Ambasciata d’Italia in Finlandia.
Nel 2014 espone ad Ostuni ed a Castelmola.
Nel 2015 espone presso il Parco Archeologico “Valle dei templi” di Agrigento, a pochi passi dal Tempio della “Concordia”, la raccolta di sculture etnoplastiche descrittive della religiosità popolare e del lavoro contadino nella Valle dei Templi di Agrigento alla fine dell’ottocento.
Nello stesso anno completa, per la permanente esposizione presso il complesso Museale del Palazzo dei Filippini in Agrigento, la collezione “I luoghi del Caos”. Le ricostruzioni di ambienti, rigorosamente rappresentati così come descritti da Luigi Pirandello, sono dei veri documenti plastici in cui si può leggere la storia di quella epoca, rappresentando uno spaccato storico del paesaggio e dei costumi della Girgenti dei primi anni del ‘900.

Nel 2017, ad Agrigento nel complesso monumentale degli Oblati, da vita alla mostra “La via dei Mestieri” dove, attraverso monumentali ricostruzioni di paesaggi campestri e botteghe artigiane, illustra il passaggio dall’economia di sussistenza, tipica del mondo contadino, al primitivo “terziario” rappresentato dai mestieri artigianali.

Dal 2018 è impegnato nella realizzazione di una monumentale collezione di sculture etnoplastiche ispirate al mare.